Ambiente, Pesca e Turismo rappresentano tre pilastri dell'Economia del Mare. Concetto da
sviluppare e progetto su cui lavorare per il futuro della nostra città.
Sono concetti che collegati tra loro rivelano le potenzialità e al contempo le fragilità del
nostro territorio.
Il turismo, come vera alternativa alla crisi del commercio, può rappresentare un volano per
l’economia locale ma le scelte politiche al riguardo sono discordanti. Ne è un esempio, non
ultima, la proposta del gestore di installare i dissalatori al porto di Formia. In in una città ricca di
acqua non possono rappresentare un rimedio alla crisi idrica. Bisogna valutare l’impatto
ambientale e paesaggistico.
Abbiamo espresso la nostra contrarietà, dettata dalla volontà di provare a ridisegnare la
città del domani mettendo in risalto le peculiarità di questo territorio: mare, bellezze
archeologiche e aree protette.
Cosa sarà della pesca, attività "storica" e di vitale importanza per molte famiglie che ha visto nel
corso degli anni ridurre la propria flotta a favore degli scambi con l'estero? Cosa sarà del
pescaturismo? L'alterazione dell'ecosistema marino di certo non aiuterà questo settore.
A nostro avviso l’installazione dei dissalatori, il porto commerciale, il pontile petroli e gli impianti di itticoltura rappresentano un limite allo sviluppo turistico del territorio. Comportano una alterazione dell’ecosistema marino e un incremento dell’inquinamento costiero. Difficile per la classe politica rompere gli equilibri, abbandonare modelli collaudati e praticare la piena “protezione ambientale”. Tali azioni implicano coraggio. Proprio quel coraggio che forse manca a chi oggi si muove nella convinzione di poter affrontare il cambiamento attraverso la politica delle “piccole cose”.